L’ulivo è una pianta straordinaria. Un simbolo e un’attività economica
Il settore, anno dopo anno, sta precipitando in una profonda crisi, anche perché il mondo olivicolo-oleario e il consumatore non comunicano più. Ecco le prove e la soluzione
“Se Cristo ha scelto come materia di sacramento il pane, il vino e l’olivo qualcosa di straordinario devono avere – afferma Mons. Marcello Sànchez Sorondo dell’Accademia Pontifica delle Scienze - In un momento di crisi economica e dell’alimentazione, il ritorno all’ulivo, con la sua tradizione, può essere un contributo fondamentale e una soluzione per questo problema. Questo ritorno alla terra e alla natura con tutti gli strumenti dell’intelligenza dell’uomo può essere un’icona e un cammino per arrivare a un mondo più giusto e solidale, dove tutti possono cibarsi.”
Le parole di Monsignor Sorondo sono insieme una segnale di speranza e una riflessione e meglio non potevano adattarsi alla presentazione della nuova pubblicazione di Bayer Cropscience, “L’Ulivo e l’Olio”, un evento a cui ha partecipato compatto l’intero comparto. Lo sforzo compiuto da Bayer, in veste di editore, lo merita. Il volume che ne è uscito infatti rappresenta una vera e propria summa delle conoscenze e del pensiero olivicolo contemporaneo. Alcuni numeri lo dimostrano: 85 autori, tre coordinatori scientifici, quasi ottocento pagine. Un volume utile e necessario per chiunque voglia fare olivicoltura e elaiotecnica, voglia approfondire l’affascinante mondo olivicolo e oleario.
Avere le corrette informazioni e competenze significa anche poter diffondere una buona cultura oliandola e, nel nostro Paese, ve n’è davvero bisogno, almeno stando alla ricerca del Prof. Daniele Tirelli, presentata a Cellino San Marco (BR), presso Cantine Due Palme.
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