Tassa di soggiorno. C'è chi dice no. Nasce comitato di operatori e cittadini
Numerose adesioni alla proposta di Nicoletta Innocenti. A metà febbraio assemblea costitutiva in Valdorcia
Andrea Frullanti
«C’è chi dice no», cantava Vasco Rossi. Motivo che sembra calzare a pennello per la Toscana che si oppone all’adozione della Tassa di Soggiorno. Ne abbiamo parlato con la titolare dell’incoming tour operator Verdidea (480 strutture ricettive solo in provincia di Siena, e un bacino d’utenza internazionale tagliato su un segmanto d’offerta medio-alto), Nicoletta Innocenti, che sul suo profilo Facebook ha annunciato la costituzione del Comitato Regionale conto l’Imposta di Soggiorno, «balzello autarchico oltreche’ illegittimo che intenderebbero adottare i nostri comuni». «Sono 25 anni che mi occupo di incoming, interpretando le richieste della domanda e crescendo a fianco di operatori agrituristici, albergatori e all’indotto che circuita intorno alla straordinaria offerta turistica del nostro territorio – dice Nicoletta Innocenti ad agenziaimpress.it -. Ho visto territori, come quello toscano e senese in particolare, transitare da essere terre marginali a divenire mete preferenziali per i visitatori di tutto il mondo, fino a Patrimonio dell’Umanita’ dell’Unesco. Non possono i comuni oggi tradire le aspettative di migliaia di imprenditori, locali e provenienti da altre regioni, del settore ricettivo facendo loro carico di funzioni esattrici per contro delle amministrazioni locali, e’ una vera follia».
Da chi sarà formato questo Comitato contro la Tassa di Soggiorno e quali saranno gli obiettivi?
«Nella seconda metà di questo mese, causa l’evidente situazione metereologica, verra’ fissata l’assemblea costitutiva per dare corpo e forma al Comitato Toscano contro la tassa di soggiorno . Si tratta di un fronte comune, unito e trasversale (già olte 500 adesioni su Facebook) formato da operatori della ricettività (gestori di agriturismi, hotel, bed and breakfast, case vacanze), ristoratori, associazioni di servizio per il territorio (guide, pro loco), associazioni di categoria e dei consumatori, operatori dell’indotto, oltre che da molti cittadini che condividono questainiziativa. L’idea è quella di non fare una battaglia di retroguardia ma di interpretare la tassa di soggiorno come la goccia che fa traboccare il vaso e impegnarci tutti a ridisegnare nuovi modelli di sviluppo per il settore turistico-ricettivo toscano. Moltissimi operatori agrituristici e imprenditori hanno impegnato energie e risorse finanziarie negli utimi 20/30 anni e proprio loro oggi sono legittimati ad esprimersi, senza dover subire passivamente imposizioni inadeguate, illegittime e inaccettabili ».
In che senso? Molti amministratori hanno affermato che i proventi della tassa di soggiorno verranno investiti nuovamente nel settore dei servizi…
«Si tratta di un messaggio fortemente contraddittorio. La Toscana, e la provincia di Siena in particolare, hanno lavorato a divenire territori dell’accoglienza. Anche storicamente, si pensi alla Via Francigenache percorre dall’alto medio evo le nostre terre. Fino a ieri Apt e Provincia erano impegnati alla creazione la Carta dei Diritti del Turista e al riconoscimento denominato Cittradini in Terra di Siena-Ospiti di valore, che prevede che al turista venga attribuita la carta d’identita’ di “cittadino delle terre senesi”. Oggi tutto questo decade miseramente e si elabora una vessazione disincentivante e punitiva rispetto a chi desidera venire da noi.
L’adozione della Tassa di Soggiorno è un provvedimento miope e colpevole, finalizzato esclusivamente a rimpinguare le casse di Comuni che ad oggi ben poco hanno fatto per il turismo del nostro territorio (con le APT che si uniscono e si scompongono, con i passaggi di competenze…) e con questo provvedimento molto potrebbero purtroppo fare per distruggere un’immagine positiva faticosamente costruita. Vogliono migliorare i servizi con i proventi dell’imposta? In altre regioni sono le amministrazioni pubbliche che fanno accordi con le compagnie low cost e i tour operator internazionali per aumentare le presenze. In provincia di Siena non si è fatto nulla in tal senso e si continua a vivere di rendita e a sperare che l’immaginario collettivo che ci ha portato oggi ad essere una meta di punta non possa mai venir meno. Ma non funziona cosi’, i competitor ci sono e sono sempre piu’ attrezzati e i segnali di una crisi evidente non li vede solo chi non li vuole vedere. Chiediamolo agli operatori come sono andati i bilanci degli ultimi anni…»
Stando sempre a quanto ci dicono gli amministratori però, la tassa di soggiorno in altre zone (non solo italiane) ha portato a discreti frutti…
«Forse è il caso della Spagna e della Francia dove l’Iva per il turismo è fissata intorno al 5-6%. In Italia però stiamo parlando di percentuali che oscillano tra l’11 e il 21%. Provvedimenti come questi funzionano forse se si è focalizzati su un obiettivo: c’è un grande evento, si punta ad un piano di riqualificazione, e tutto questo attraverso la partecipazione di un contributo anche del turista che cosi’ ne viene coinvolto. I nostri però sono territori di eccellenza che hanno da sempre puntato sull’accoglienza. Tutto questo avrebbe un impatto devastante sulla percezione comunicativa delle nostre terre da parte del visitatore.
In più c’è un problema di forma oltreche’ di sostanza sul quale stiamo lavorando con i nostri uffici legali: la norma e’ a nostro avviso totalmente illegittima, i cittadini-imprenditori non si possono fare carico di una funzione esattrice per conto di una amministrazione locali, che vadano gli esattori del Comune a chiedere la tassa ai turisti. In tal senso il Tar ha gia’ dato ragione all’Associazione Albergatori Fiorentini contro il Comune in primo appello. Con l’Imposta di Soggiorno si chiederebbe al cittadino di farsi esattore per conto dell’ente pubblico, una norma che pecca evidentemente di inesigibilita’.
Aggiungiamo inoltre che la norma a nostro avviso e’ non solo illegittima e lesiva ma anche discriminatoria e oggettivamente inapplicabile. A chi si deve applicare? Ai non residenti? Deve essere applicata anche a coloro che utilizzano la propria seconda casa, a chi affitta una casa, a mia sorella che da Firenze viene a trovare mia madre per il fine settimana? Siamo di fronte ad una follia che non accettiamo e ci appelleremo anche alla Carta dei Diritti del Turista e a Bruxelles alla Comunita’ Europea se sara’ necessario.
Di recente il premier Monti e il suo governo ha dichiarato di avere come l’obiettivo il raddoppio del Pil del turismo in Italia. Un bersaglio che difficilmente verrà centrato attraverso genialita’ come la Tassa di Soggiorno».
08/02/12 19:08 in enti locali
Tassa di soggiorno. C'è chi dice no. Nasce comitato di operatori e cittadini
Numerose adesioni alla proposta di Nicoletta Innocenti. A metà febbraio assemblea costitutiva in Valdorcia
Andrea Frullanti
«C’è chi dice no», cantava Vasco Rossi. Motivo che sembra calzare a pennello per la Toscana che si oppone all’adozione della Tassa di Soggiorno. Ne abbiamo parlato con la titolare dell’incoming tour operator Verdidea (480 strutture ricettive solo in provincia di Siena, e un bacino d’utenza internazionale tagliato su un segmanto d’offerta medio-alto), Nicoletta Innocenti, che sul suo profilo Facebook ha annunciato la costituzione del Comitato Regionale conto l’Imposta di Soggiorno, «balzello autarchico oltreche’ illegittimo che intenderebbero adottare i nostri comuni». «Sono 25 anni che mi occupo di incoming, interpretando le richieste della domanda e crescendo a fianco di operatori agrituristici, albergatori e all’indotto che circuita intorno alla straordinaria offerta turistica del nostro territorio – dice Nicoletta Innocenti ad agenziaimpress.it -. Ho visto territori, come quello toscano e senese in particolare, transitare da essere terre marginali a divenire mete preferenziali per i visitatori di tutto il mondo, fino a Patrimonio dell’Umanita’ dell’Unesco. Non possono i comuni oggi tradire le aspettative di migliaia di imprenditori, locali e provenienti da altre regioni, del settore ricettivo facendo loro carico di funzioni esattrici per contro delle amministrazioni locali, e’ una vera follia».
Da chi sarà formato questo Comitato contro la Tassa di Soggiorno e quali saranno gli obiettivi?
«Nella seconda metà di questo mese, causa l’evidente situazione metereologica, verra’ fissata l’assemblea costitutiva per dare corpo e forma al Comitato Toscano contro la tassa di soggiorno . Si tratta di un fronte comune, unito e trasversale (già olte 500 adesioni su Facebook) formato da operatori della ricettività (gestori di agriturismi, hotel, bed and breakfast, case vacanze), ristoratori, associazioni di servizio per il territorio (guide, pro loco), associazioni di categoria e dei consumatori, operatori dell’indotto, oltre che da molti cittadini che condividono questainiziativa. L’idea è quella di non fare una battaglia di retroguardia ma di interpretare la tassa di soggiorno come la goccia che fa traboccare il vaso e impegnarci tutti a ridisegnare nuovi modelli di sviluppo per il settore turistico-ricettivo toscano. Moltissimi operatori agrituristici e imprenditori hanno impegnato energie e risorse finanziarie negli utimi 20/30 anni e proprio loro oggi sono legittimati ad esprimersi, senza dover subire passivamente imposizioni inadeguate, illegittime e inaccettabili ».
In che senso? Molti amministratori hanno affermato che i proventi della tassa di soggiorno verranno investiti nuovamente nel settore dei servizi…
«Si tratta di un messaggio fortemente contraddittorio. La Toscana, e la provincia di Siena in particolare, hanno lavorato a divenire territori dell’accoglienza. Anche storicamente, si pensi alla Via Francigenache percorre dall’alto medio evo le nostre terre. Fino a ieri Apt e Provincia erano impegnati alla creazione la Carta dei Diritti del Turista e al riconoscimento denominato Cittradini in Terra di Siena-Ospiti di valore, che prevede che al turista venga attribuita la carta d’identita’ di “cittadino delle terre senesi”. Oggi tutto questo decade miseramente e si elabora una vessazione disincentivante e punitiva rispetto a chi desidera venire da noi.
L’adozione della Tassa di Soggiorno è un provvedimento miope e colpevole, finalizzato esclusivamente a rimpinguare le casse di Comuni che ad oggi ben poco hanno fatto per il turismo del nostro territorio (con le APT che si uniscono e si scompongono, con i passaggi di competenze…) e con questo provvedimento molto potrebbero purtroppo fare per distruggere un’immagine positiva faticosamente costruita. Vogliono migliorare i servizi con i proventi dell’imposta? In altre regioni sono le amministrazioni pubbliche che fanno accordi con le compagnie low cost e i tour operator internazionali per aumentare le presenze. In provincia di Siena non si è fatto nulla in tal senso e si continua a vivere di rendita e a sperare che l’immaginario collettivo che ci ha portato oggi ad essere una meta di punta non possa mai venir meno. Ma non funziona cosi’, i competitor ci sono e sono sempre piu’ attrezzati e i segnali di una crisi evidente non li vede solo chi non li vuole vedere. Chiediamolo agli operatori come sono andati i bilanci degli ultimi anni…»
Stando sempre a quanto ci dicono gli amministratori però, la tassa di soggiorno in altre zone (non solo italiane) ha portato a discreti frutti…
«Forse è il caso della Spagna e della Francia dove l’Iva per il turismo è fissata intorno al 5-6%. In Italia però stiamo parlando di percentuali che oscillano tra l’11 e il 21%. Provvedimenti come questi funzionano forse se si è focalizzati su un obiettivo: c’è un grande evento, si punta ad un piano di riqualificazione, e tutto questo attraverso la partecipazione di un contributo anche del turista che cosi’ ne viene coinvolto. I nostri però sono territori di eccellenza che hanno da sempre puntato sull’accoglienza. Tutto questo avrebbe un impatto devastante sulla percezione comunicativa delle nostre terre da parte del visitatore.
In più c’è un problema di forma oltreche’ di sostanza sul quale stiamo lavorando con i nostri uffici legali: la norma e’ a nostro avviso totalmente illegittima, i cittadini-imprenditori non si possono fare carico di una funzione esattrice per conto di una amministrazione locali, che vadano gli esattori del Comune a chiedere la tassa ai turisti. In tal senso il Tar ha gia’ dato ragione all’Associazione Albergatori Fiorentini contro il Comune in primo appello. Con l’Imposta di Soggiorno si chiederebbe al cittadino di farsi esattore per conto dell’ente pubblico, una norma che pecca evidentemente di inesigibilita’.
Aggiungiamo inoltre che la norma a nostro avviso e’ non solo illegittima e lesiva ma anche discriminatoria e oggettivamente inapplicabile. A chi si deve applicare? Ai non residenti? Deve essere applicata anche a coloro che utilizzano la propria seconda casa, a chi affitta una casa, a mia sorella che da Firenze viene a trovare mia madre per il fine settimana? Siamo di fronte ad una follia che non accettiamo e ci appelleremo anche alla Carta dei Diritti del Turista e a Bruxelles alla Comunita’ Europea se sara’ necessario.
Di recente il premier Monti e il suo governo ha dichiarato di avere come l’obiettivo il raddoppio del Pil del turismo in Italia. Un bersaglio che difficilmente verrà centrato attraverso genialita’ come la Tassa di Soggiorno».
08/02/12 19:08 in enti locali
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